E’ arrivato il momento di approfondire. La chiave di volta è LA MEDIAZIONE. Articolo a cura della Dott.ssa Tania Guaida

Consulenti nella risoluzione delle controversie, grazie alla mediazione civile e commerciale, mettono a disposizione tutte le loro capacità di negoziazione. Questi sono i “famosi” mediatori.
Sono la dott.ssa Tania Guaida, mediatrice professionista, e scrivo questo articolo come opera di sensibilizzazione verso la risoluzione stragiudiziale dei conflitti, alternativa alla giustizia ordinaria, ormai ingolfata da oltre cinque milioni di processi pendenti.
La lentezza dei procedimenti civili,come di tutti i procedimenti giudiziari, costituisce un ostacolo alla crescita economica del Paese.
Secondo il rapporto doing business 2014 della Banca mondiale, un’impresa operante in Italia per ottenere il pagamento di un credito vantato nei confronti di un’altra azienda, nel caso di ricorso al giudice, deve attendere per una decisione il triplo del tempo rispetto a quello previsto negli altri Paesi industrializzati. Senza tenere presente poi che la sentenza del giudice, non essendo concordata tra le parti, le lascia spesso scontente, mentre la risoluzione amichevole, raggiungibile con la mediazione, contribuisce alla reciproca soddisfazione in quanto frutto di uno sforzo reciproco per avvicinare le rispettive posizioni.
Possiamo dedurre da questo breve incipit che la mediazione, ponendosi come alternativa al processo, contribuisce a migliorare la qualità della giustizia e la qualità della vita di chi ha problemi e contenziosi da risolvere.
La conciliazione stragiudiziale che stiamo analizzando, e che spero di spiegare con queste poche righe, è quello strumento deflattivo del contenzioso giudiziario col quale è possibile definire la gran parte delle controversie.
La mediazione è finalizzata a conciliare contrapposte esigenze in tutti gli ambiti civili e commerciali, rientranti nei diritti disponibili delle parti.
Il mediatore è un professionista che ascolta, promuovendo la negoziazione quale efficace, rapida e flessibile modalità per giungere alla risoluzione delle controversie.
Conformemente al normativo, con la mediazione si vuole implementare una forma di specializzazione verso la giusta risoluzione dei contenziosi, che generi un approccio positivo tra le parti in lite. Risolvere i cronici ritardi dei processi civili vuol dire ragionare in termini di risorse, ma anche ridefinire i confini della giurisdizione. Bisogna favorire lo sviluppo della cultura della conciliazione, agevolandone in primis, l’uso esplicitandola e diffondendola.
Bisogna dare maggiore risalto e importanza alla mediazione, alla negoziazione assistita e all’arbitrato, benché la giustizia ordinaria debba restare comunque al centro della prassi e debba essere rispettata.
L’istituto della mediazione obbligatoria in ambito civile e commerciale rappresenta uno dei pilastri della riforma del processo civile, nato con il semplice scopo di deflazionare il carico sistema giudiziario del nostro Paese.
E’ tempo di acquisire una nuova cultura che consideri la mediazione come un’ottima e necessaria modalità per risolvere le controversie senza dispendio di risorse economiche e di tempo. Infatti i costi di una mediazione sono irrisori e il tempo massimo previsto per trovare una soluzione mediata non può eccedere i 90 giorni.
La figura dell’avvocato in questo contesto è un altro punto chiave da non sottovalutare, ma esplicitare correttamente. Nell’assistere la parte in mediazione, l’avvocato ha innanzitutto l’occasione di riappropriarsi di quel ruolo di consulente che ovviamente e per natura gli appartiene e gli deve appartenere, anche per ragioni storiche. Il suo assistito sicuramente si sentirà tutelato, messo al centro della pratica ancor prima come persona piuttosto che come problema.
La presenza dell’avvocato in mediazione è altresì fondamentale. E’ bene evidenziare e precisare quanto siano complementari i processi di mediazione, ispirati ad una logica conciliativa, rispetto ai processi giudiziari che tipicamente conducono all’attribuzione di torti e/o ragioni, alla vittoria di una parte contro l’altra. Nella mediazione ciò non accade perché le parti in conflitto escono entrambe vittoriose da una decisione tra loro concordata e non imposta.

Con la mediazione si vuole sempre arrivare a buone transazioni dove elementi nascosti, quali ad esempio emozioni e interessi, incomprensioni e aspettative, nonché bisogni, paure e pregiudizi risultino essere parti integranti e complementari del conflitto, per arrivare a risolverlo.
Le parti, infatti, tramite l’assistenza degli avvocati e la professionalità del mediatore, devono trovare riconoscimento e soddisfazione.
E’ fondamentale per tutti coloro che lavorano nell’ambito della mediazione tenersi aggiornati sulle normative e sugli orientamenti giurisprudenziali, non solo per cultura personale, ma anche e principalmente per poter svolgere il delicato compito del mediatore con professionalità e competenza.

Dott.ssa Tania Guaida
Mediatrice Penale minorile
Mediatrice Civile e Commerciale

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